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Poker d’Arte… con Jurij Ferrini

Conoscere il mondo dello spettacolo attraverso le sue eccellenze è un modo per innamorarsi una volta di più del teatro e del mestiere di attore, oltre che una strada privilegiata per uscire dai propri schemi e scoprire nuovi approcci e prospettive originali per affrontare uno dei mestieri più appassionanti in assoluto.

Conoscere il mondo dello spettacolo attraverso le sue eccellenze è un modo per innamorarsi una volta di più del teatro e del mestiere di attore.

E’ seguendo questa convinzione che la nostra compagnia ha deciso, per il secondo anno di fila, di mettere in calendario degli appuntamenti con i “grandi” dello spettacolo italiano. Tra fine settembre e inizio ottobre abbiamo avuto il piacere di ospitare  l’attore e cantante Vittorio Matteucci, insigne rappresentante del musical italiano, l’attore-doppiatore Davide Perino e, infine, l’attore e regista Jurij Ferrini.

Ognuno di questi artisti ha arricchito i partecipanti, e noi organizzatori, non solo con preziosi consigli sulla pratica d’attore e indicazioni tecniche, ma con l’esperienza di aver incontrato veri e propri mentori.

Questi tre maestri ci hanno dimostrato che per essere dei professionisti dello spettacolo bisogna essere innanzitutto grandi osservatori e perfetti ripetitori dei sentimenti, propri e altrui.

Ognuno col proprio approccio, Matteucci, Perino e Ferrini ci hanno accompagnato in un mondo che non ammette finzioni da parte dell’attore, che esige studio e lavoro, ma soprattutto accetta (e supera) le convenzioni teatrali per trovare il punto di incontro supremo: la comunicazione con il pubblico.

A tutto questo si è aggiunto il fascino di sentire il loro punto di vista sul mondo dello spettacolo italiano e le loro storie: abbiamo vissuto attraverso Vittorio Matteucci il debutto e le oltre trecento repliche di Notre Dame de Paris, abbiamo assaporato il fascino del lavoro in ombra dei doppiatori tramite il racconto di Davide Perino, e abbiamo scoperto con Jurij Ferrini le difficoltà che affrontano oggi le compagnie teatrali che orientano la propria ricerca in una direzione diversa rispetto alle tendenze attuali.

Abbiamo avuto il privilegio di condividere tutto questo con i partecipanti agli stage che, tra uditori ed effettivi, sono stati circa ottanta, di età compresa tra i quattordici e i sessant’anni, dandoci la prova che l’arte e la cultura sono l’ideale luogo di incontro per creare relazioni e nuove sinergie.

 

Gli Autori

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Per fissare nel tempo questa esperienza, abbiamo chiesto a due dei partecipanti ai seminari di raccontarci il loro punto di vista sul lavoro compiuto tramite un breve articolo; trattandosi di due attori entrati solo l’anno scorso nella Academy della compagnia, li abbiamo pregati di raccogliere le loro impressioni sull’appuntamento con Jurij Ferrini, indubbiamente quello più centrato sul lavoro interpretativo a partire da un testo squisitamente teatrale.

Andrea Valietti, classe 1996, ha al suo attivo numerosi anni di praticantato teatrale, acquisendo esperienza diretta delle maggiori realtà culturali di Bergamo; nel 2017, poi, ha deciso di aderire a un progetto de La Gilda delle Arti dedicato ai giovani, promosso dal comune di Treviolo e dalla Cooperativa Alchimia. Con nostra gioia, ha deciso di rimanere in contatto con la compagnia: l’anno scorso ha partecipato come attore all’allestimento di “Otello” e quest’anno aderisce nuovamente alla produzione di uno spettacolo nell’ambito del percorso Academy. Oltre a essere un attore appassionato, che non si tira indietro dinnanzi alla sfida di reinventarsi, Andrea si è cimentato anche nella scrittura di brevi copioni originali, dimostrando un grande umorismo e la profonda volontà di condividere col pubblico la propria cultura e la propria passione per la storia e il teatro.

Giovanni Aresi, classe 1998, è entrato in compagnia solo l’anno scorso, invitato da Andrea. Pur non avendo mai lavorato nell’ambito del teatro, nel corso dell’allestimento di “Otello” ha dimostrato talento e grande interesse per la pratica d’attore; oltretutto, insieme ad Andrea ha lavorato alla produzione di brevi copioni e alla relativa messa in scena. Di personalità eclettica, Giovanni si accosta alle arti, alla storia e alla cultura con spirito critico e quella sana sete di sapere che caratterizza gli artisti di tutti i tempi.

Il Quarto Giorno di Poker d’Arte: Jurij Ferrini

di Andrea Valietti e Giovanni Aresi

Il quarto giorno di “Poker d’arte”, organizzato da La Gilda delle Arti, continua a stupire con un ultimo ospite, nonché attore e regista teatrale: Jurij Ferrini, l’ennesimo artista di un certo spessore.
Per quanto le attese dei partecipanti fossero già state più che soddisfatte durante gli stage precedenti,  Jurij è comunque riuscito a lasciare un segno.

Subito dopo aver messo piede nel teatro della Parrocchia di Albegno, senza perdersi in inutili giri di parole, Jurij si è subito messo all’opera.

L’iniziale clima freddo, caratterizzato da un’atmosfera  intrisa di ansia ed insicurezza, si è subito ravvivato con la presentazione delle opere portate dai partecipanti, testi d’autore o, in altri casi, copioni scritti di pugno dagli interpreti stessi.

Ferrini, dopo aver analizzato in modo spietatamente critico ma efficace e produttivo i prodotti presentati, è riuscito a mettere in risalto alcuni dettagli dei testi, che a un occhio poco attento sarebbero passati assolutamente inosservati, evidenziando il potenziale di ogni testo e attore.
A spezzare il ritmo serrato della mattinata è stata la breve pausa pranzo che è servita a prepararsi per la sfida che avremmo dovuto affrontare nel pomeriggio: la preparazione e la messa in scena di un copione con solo due ore a disposizione.

Abbiamo messo subito da parte la timidezza e l’ansia: non avevamo assolutamente tempo per lasciarci distrarre o per tentennare, siamo passati subito all’azione con la lettura del testo in gruppo.

Dopo le rapide ma intense prove non abbiamo avuto un istante da perdere, giacché era necessario passare subito alla messa in scena dell’opera preparata in tempo record, collaborando con persone in gran parte estranee fino a poche ore prima.
Nella valutazione del risultato finale, Ferrini non si è soffermato tanto sulla memoria degli attori nel ricordare il copione o sulle abilità del singolo, bensì sulla resa dell’“intenzione” del soggetto impersonato, al modo in cui i suoi intenti, la sua personalità o il suo modo di agire sarebbero stati presentati al pubblico.

Jurij è stato per certi versi illuminante, per altri ha invece spronato ed aiutato molti attori a capire cosa volessero realmente recitare, trasmettendo  emozioni,  senza per forza sconfinare negli stereotipi del teatro.

L’incontro con una grande personalità del teatro, totalmente fuori scala nei confronti dei presenti, ha fatto aprire gli occhi a molti, ad altri ha trasmesso uno stimolo fortissimo per continuare l’esperienza teatrale, ad altri ancora ha dato utili consigli; nessuno ha vissuto questo stage nello stesso modo, ma in ogni caso è stato per tutti una grandissima occasione per confrontarsi con altri attori, caratterizzati da stili di recitazione diversi, e ha permesso ad ognuno di noi di ampliare la propria visione sulle infinite sfaccettature dell’universo  teatrale.