La parola agli attori

G.O.A.T. – Greatest Of All Time

Lavorare nell’ambito del teatro è uno di quei mestieri in cui la soddisfazione per i risultati ottenuti va di pari passo con la passione e dedizione con cui si intraprende un progetto. A differenza di altre professioni, infatti, quando si è attore, regista o qualsiasi altro artista di scena, non si ha la possibilità di lavorare in modo mediocre.

Per un attore non è ammessa la giornata in cui si è giù di tono: sul palco, in fase di allestimento e alle prove si deve dare sempre il 100%, lasciando alle spalle preoccupazioni, indisposizioni, stanchezza e quant’altro.

E questo non tanto perché sia un lavoro semplice o perché si debba fingere di essere sempre vigorosi e allegri, ma perché stare sul palco significa essere esposti agli sguardi e al giudizio degli spettatori per una o due ore di fila, e perché dalla propria performance dipendono inevitabilmente le interpretazioni altrui.

Fatta questa premessa, non nascondiamoci dietro a un dito: fare teatro è uno dei mestieri più belli del mondo. E come non potrebbe essere così? In fondo, l’artista ha il compito e il privilegio di misurarsi con opere d’arte senza tempo, imparare a vestire i panni di un altro, affinare la propria sensibilità e, non da ultimo, quando ha fatto un buon lavoro, ottenere quella pacca sulla spalla che è il fragoroso applauso del pubblico.

Inoltre per chi, come noi, ha la fortuna di collaborare con gruppi di attori giovani e giovanissimi, è sempre in agguato un altro privilegio: quello di scoprire e veder crescere nuovi talenti.

Incrociare per caso la strada di un ragazzo o di una ragazza che non avevano mai recitato prima, proporre loro di continuare il percorso insieme e vedere la loro crescita artistica costituisce per noi un’esperienza tanto intensa quanto appagante.

 

L’autore

luca oberti

Uno di questi talenti che abbiamo avuto la fortuna di incontrare è Luca Oberti, classe 1998, che collabora con La Gilda delle Arti dal 2016. L’abbiamo visto sul palco come attore nel ruolo di Tebaldo in “Romeo e Giulietta – Un amore senza lieto fine” e per caso ci siamo imbattuti nella sua vena artistica di autore. Si è cimentato come educatore nel corso dei laboratori invernali che proponiamo ai ragazzi delle superiori e, quest’anno, ha raccolto la sfida di adattare la tragedia Otello di W. Shakespeare per un gruppo di giovani interpreti di età compresa tra i 17 e i 22 anni.

Ingegnoso e umorista, Luca non solo è stato capace di rendere semplici passaggi complessi del teatro elisabettiano, di lavorare a ritmi serrati e di adattare la voce di ogni personaggio al “suo” attore, ma anche di fare propria l’intera opera, di metabolizzarla e di crearne così una nuova, che porta indiscutibilmente la sua firma.

A lui abbiamo chiesto di scrivere qualche riga sul progetto che ha diretto insieme a noi e che ci dà l’occasione per chiudere una seconda volta il sipario sull’appassionante progetto di Otello.

 

G.O.A.T. – Greatest Of All Times

di Luca Oberti

Ogni quattro anni, c’è un’estate che diventa magica. Per un mese intero, il mondo si ferma davanti al televisore ad ammirare le gesta di uomini speciali. È l’estate del Mondiale. Poco importa se quest’anno la nostra nazionale è a Formentera, di fronte ai GOAT non si può rimanere impassibili.

“Greatest Of All Time”, i/il migliore/i di tutti i tempi, una sigla che ha letteralmente fatto esplodere in web, incapace di decretarne un vero possessore tra chi corre dietro ad un pallone.

E se nel calcio la diatriba continua, lo stesso non si può dire nella letteratura. Penna in mano, William Shakespeare è stato il più grande inglese di tutti i tempi.

E se davvero la fama fa l’uomo più ambizioso, abbiamo trovato l’aggettivo che può definire uno dei progetti di punta creati dalla rinomata compagnia teatrale La Gilda delle Arti.

Keep Calm and Play Shakespeare, ormai avviato nel lontano 2015, ha dato ancora una volta la possibilità di confrontarsi con il meglio del teatro. Nove aspiranti attori, tutti tra i 17 e i 25 anni, hanno risposto all’appello consapevoli di quello che c’era in gioco:

l’Otello l’opera; il 26 maggio la data; un teatro gremito la “bestia” da domare. Queste le tre prove della maturità targata Gilda.

Supervisionati dai loro “professori” Nicola Armanni e Miriam Ghezzi, co-fondatori della compagnia e promotori del progetto, i ragazzi hanno passato tre mesi di prove in cui spontaneamente si è creato un clima di fiducia ed affiatamento, fondamentale pilastro nella costituzione di qualsiasi squadra e obbiettivo principale del percorso.

Con basi così solide è intuibile l’esito dello spettacolo, successo su tutti i fronti.

E se l’opera non sarà la più famosa del Bardo poco importa, gli spettatori si ricorderanno questa speciale versione. L’Otello andato in scena al teatro Ipogeo di Sforzatica, infatti, è stato completamente riadattato da un altro talentuoso ragazzo che ha preso parte al progetto.

Maturità superata per questi ragazzi che, però, non avranno alcun diploma. Non serve un pezzo di carta per testimoniare che da quella sera non sono più solo degli aspiranti attori; da quella sera sono GOAT.

 

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